“Dio fece il cibo, il Diavolo i cuochi” così recita la prima pagina del menù del ristorante. Un bancone in acciaio spazzolato, il pavimento a grosse mattonelle quadrate ed i muri rossi coperti a pois con dei piccoli specchi rotondi.
Sono in vacanza, finalmente. Lanciato in una di quelle vacanze che quando finiscono ti lasciano l’amato in bocca. Una di quelle che, una volta tornato a casa, mi farà pensare di dormire sul balcone perché “in casa è tutto chiuso”, troppi muri e troppo poco cielo.
Finite le ultime cose sono partito da Torino in tarda mattinata. Agliano Terme, non conoscevo questa fonte termale ed ora passeggio per le stradine in salita che dal campeggio, in Via delle Fonti, porta al piccolo centro abitato.
Questa birreria-osteria pare essere l’ultimo avamposto degli estimatori della birra in una terra di cantine sociali e filari di vigne a perdita d’occhio. Vigne che colorano a striscia ogni ripida collina della zona.
100 km tondi tondi ora mi separano da casa, è un distacco lento fatto di pedalate lente e odori di uva. I 12 kg di bagaglio ed i 4 o 5 di carrello si sentono ad ogni cambio di pendenza. Ogni salita diventa una fatica del tutto sproporzionata alla pendenza. A metà di una salita una donna con una bellissima Cannondale Synapse bianca mi ha accompagnato sino al paesino sulla bassa vetta salvandomi dall’imboccare la strada sbagliata. Già poche ore prima ero finito in una galleria lunga un interminabile chilometro al buio con camion che sfrecciavano alla mia sinistra. Le piste ciclabili francesi decisamente sono cosa sconosciuta all’italianissima ANAS.
Provo una indescrivibile attrazione per le case cantoniere abbandonate. Rosse, sole, con le loro scolorite targhe bianche con lettere nere in rilievo (quelle che resistono alle intemperie) dipinte sui muri con il chilometraggio di dove si collocano. Le comprerei tutte pensando “poi qualcosa ci farò!”
Un avventore del locale ribatte all’esortazione del cameriere che lo invitava a portare fuori sua moglie ogni tanto “ma l’ho portata fuori oggi… Siamo scesi in cortile!”
Sono stanco. Una di quelle stanchezza che ti farebbe andare a dormire subito dopo la doccia calda senza nemmeno cenare. Ma sai che sarebbe una stupida idea e ti sforzi di uscire dal sacco a pelo per procacciarti la cena in terra straniera. Poi ceni e ti riprendi così, quando torni alla tenda ed è ora di mettersi sul serio nel sacco a pelo non hai più sonno!
Un commento su “Partire”
Grande Edo… ti penso, nel tuo peregrinare! tienici aggiornati!